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Il Barone rampante racconta la storia, ambientata nel Settecento, di Cosimo di Piovasco di Rondò, figlio di una famiglia nobile, che, un giorno, all’età di dodici anni, si rifiuta di mangiare un piatto di lumache. In aperto disaccordo con suo padre, sale sull’albero del suo giardino, promettendo di non scendere mai più.
Ed effettivamente, lui così fa. Inutili i tentativi dei suoi genitori e di suo fratello - il narratore della storia - di convincerlo: non c’è verso, Cosimo rimane sull’elce del suo giardino.
Eppure Il barone rampantenon è semplicemente la storia di una disobbedienza, di un allontanamento: Cosimo si distacca sì dalla sua famiglia e dalla vita “normale”, ma non smette affatto di vivere.
Un ragazzo sale su di un albero, si arrampica tra i rami, passa da una pianta all'altra, decide che non scenderà più. Trascorre l'intera vita sugli alberi, una vita tutt'altro che monotona, anzi: piena di avventure, e tutt'altro che da eremita. Anzi, fin da subito, si sposta: non rimane nel suo giardino, ma, albero dopo albero, viaggia in lungo e in largo.
E lo spazio di un albero, che può sembrare così limitato, e tutta la situazione, che inizia semplicemente come una disobbedienza, si trasforma in un muoversi continuo, pieno, dinamico, vitale. Cosimo vive tutta la sua vita sugli alberi, invecchia, e noi invecchiamo con lui. Però non scende, anzi...
con
Gioconda Bartolotta
Maria Elena Lazzarotto
Francesco D'Atena
musiche
Gioconda Bartolotta
testo
liberamente ispirato a Il Barone rampante di Italo calvino
regia
Maria Elena Lazzarotto
Francesco D'Atena
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